Frammenti di un diario di viaggio rubato
Prodotto nr.: | AD871 |
Prezzo: | € 13,90 |
Nr. oggetti in deposito: | 100 |
Autore: Antonio Scafidi
Form. (mm.) 202 x 130
Pag. 136
ISBN – 978-88-6354-683-5
Alla fine degli anni novanta due grandi amici influenzati dalla musica Grunge, dalla letteratura Beat e dalla contestazione alla globalizzazione partono dalla provincia di Catania alla volta di Amsterdam affascinati dal Nord Europa, dai suoi movimenti artistici e giovanili e dalla sua grande apertura mentale e politica. Appena diplomatisi, non hanno ancora le idee chiare sul proprio futuro, non hanno una chiara idea di cosa fare nella vita e si ritrovano in quel confortevole limbo, dove si vive ancora con i genitori e si salta da un lavoretto part time all’altro, potendosi permettere di continuare a procrastinare importanti scelte di vita. Decidono di non progettare nulla, né dove andare, né cosa fare, ma solo di farsi rapire dagli attimi, dalle situazioni e dai personaggi che incroceranno il loro cammino. Vagabondaggi serali, incontri con altri viaggiatori, artisti di strada e gente comune, che vive ai margini di Amsterdam, costituiscono il filo conduttore di questo libro in cui il lettore è costantemente immerso in una città tutto sommato benevola, il cui movimento ricorda atmosfere felliniane ed uno stile cinematografico da Nouvelle Vague. Città che però al momento opportuno può diventare dura ed ostile, soprattutto quando ingenuità o eccessiva sicurezza danno l’illusione di poter abbandonarvisi completamente. Il viaggio, la grande e genuina curiosità per la gente incontrata e l’esplorazione cittadina quasi ossessiva costituiscono una metafora vivente della condizione psicologica e sociale dei due ragazzi e della loro ricerca interiore. Il viaggio, costituito sempre da una partenza ed un ritorno, descrive la necessità dell’autore di trovare nella fine di un ciclo, lo stesso inizio da cui era partito vissuto però con consapevolezza e maturità nuove. Il libro racconta di un viaggio iniziato nel 1996 e durato poche settimane, scritto con estrema lentezza nel corso degli anni 2000 ed interrotto bruscamente nel 2012 in circostanze a prima vista singolari e paradossali, che riporteranno l’autore a vivere gli stessi luoghi descritti quattordici anni prima in un’atmosfera in bilico tra passato e presente.
Ancora non sapevo nulla di me, né cosa fare, né cosa sarei voluto diventare. L’unica cosa che sapevo era che avevo bisogno di quel viaggio in Olanda e che ne avevo le palle piene di tutto. Qualsiasi cosa si opponga alla normalità viene immediatamente commercializzata, la gente è pronta a barattare la libertà per il proprio quieto vivere, la terra è in mano agli stessi padroni, l’imperativo è sempre e solo uno: il consumo.
Io volevo essere una spina nel fianco di tutto ciò ma in quel momento avevo bisogno di fermarmi, in quel momento volevo solo uscire da una vita all'atto pratico troppo normale: malsana per il pensiero, frustrante per un atto di rivolta e paralizzante per l'immaginazione. Questo diario di viaggio racchiude un viaggio ancora più lontano, quello dentro di me.
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